lunedì 14 maggio 2007

"CINQUANT’ANNI DI MODA ITALIANA" SBARCA IN RUSSIA: LA MOSTRA PATROCINATA DAL MAE FA TAPPA NEL PAESE DEGLI ZAR

MOSCA\ aise\ 14 maggio 2007 - "Cinquant’anni di moda italiana" celebra il 10° anniversario approdando nel Paese degli Zar. La mostra itinerante patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, ideata e organizzata dallo Studio Galgano di Roma, infatti, dopo i successi ottenuti in America Latina e in Estremo Oriente, riprende il suo circuito europeo partendo proprio da Mosca.
Una mostra che ha portato nei musei istituzionali delle principali città del mondo le creazioni dei protagonisti della moda italiana, permettendo non solo di conoscerne storia ed evoluzione artistica, ma anche di promuovere con essa, tutti i settori di eccellenza del made in Italy.
Allestita presso l’area culturale del "Petrovsky Passage", "Cinquant’anni di moda italiana" sarà inaugurata oggi alla presenza di autorità italiane e russe tra cui la signora Roya Surdo, moglie dell’Ambasciatore d’Italia a Mosca Vittorio Surdo. L’esposizione di inserisce nell’ambito del "Chereshnevy Les" il Libero Festival delle Arti che ogni anno realizza "Bosco dei Ciliegi" con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Mosca e dell’Istituto Italiano di Cultura.
In scena le maggiori griffe di Alta Moda e prêt-à-porter: Giorgio Armani, Renato Balestra, Laura Biagiotti, Brioni, Mariella Burani, Roberta di Camerino, Helietta Caracciolo, Enrico Coveri, Etro, Fendi, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferrè, Alberta Ferretti, Max Mara, Sorelle Fontana, Irene Galitzine, Gattinoni, Genny, Gucci, Krizia, La Perla, Ermanno Scervino, Lancetti, Litrico, Antonio Marras, Gai Mattiolo, Missoni, Prada, Lorenzo Riva, Fausto Sarli, Schuberth, Luciano Soprani, Trussardi, Valentino, Versace, Lucia Odelscalchi.
La storia e i protagonisti del made in Italy raccontati attraverso un’esposizione grafica; a partire dalla nascita della gloriosa alta moda nel 1950, fino ad arrivare ai nostri giorni. Come pure attraverso la proiezione di filmati ed un percorso creativo di capi storici esposti su manichino artistico Bonaveri: quale testimonianza dello stile per cui ognuno di loro si è affermato. Inoltre una serie di oggetti particolari: creazioni inedite dei maestri dell’accessorio e del bijou. Tutto inserito in un allestimento curato dall’Architetto Paolo Gabrielli e proiettato a rappresentare sia il percorso progressivo della moda italiana; che gli spazi autonomi di ricerca di ciascuno stilista.
"Cinquant’anni di moda italiana" prosegue un itinerario iniziato a Città del Messico nel 1997 e portato avanti in America Latina: Bogotà (Istituto Italiano di Cultura - 1998), Brasilia (Ambasciata d’Italia - 1999), San Paolo (Complesso Culturale Julio Préstes - 1999), Rio de Janeiro (Museo Belas Artes - 1999), Niteroi (Università Unipli - 1999), Curitiba (Museo Memorial - 1999), Montevideo (Istituto Italiano di Cultura - 2000), Antigua Guatemala (Casa Santo Domingo - 2001), Panama (Sede Figaltex - 2001), Lima (Museo d’Arte Italiana - 2001). Quindi l’Europa: Lione (Museo dei Tessuti e delle Arti Decorative – 2003), Anversa (Koningin Fabiolazzal – 2003). Inoltre l’estremo Oriente: Tokyo (Odakyu Museum - 2001), Seoul (Korean Institute of Design – 2002), Tianjin (Italian Business Park - 2002), Hanoi (Hotel Melià – 2002), New Delhi (Ambasciata d’Italia – 2002), Mumbai (Tata Theatre – 2002), Kolkata (Victoria Memorial Museum – 2003); Kuala Lumpur (National Art Gallery – 2004); Hong Kong (International Finance Centre – 2005); Jakarta (Gedung Arsip Nasional – 2005); Taipei (Taipei Fine Arts Museum – 2006).E ora finalmente l’Europa dell’Est.
Tutto il materiale in esposizione è stato gentilmente messo a disposizione da ogni singolo stilista; tranne alcune creazioni date in prestito da privati collezionisti, come l’abito da sera in raso pesante di Schuberth (1950), fotografato anche sull’Enciclopedia della Moda (Elsa De Giorgi); l’abito e soprabito in broccato oro (1958) sempre di Schuberth (Mariella Giurato Sacchi). Modelli rappresentativi del connubio nel tempo tra moda e cinema come l’abito talare delle Sorelle Fontana, indossato prima da Ava Gardner (1956) e poi riproposto per Anita Ekberg nel film "La Dolce Vita" di Fellini (1960); il famoso "Pyiama Palazzo" di Galiztine, segno dei tempi, che Claudia Cardinale portava ne "La Pantera Rosa" (1963). Inoltre il prezioso abito-bustier creato da Luciano Soprani per Jacqueline Bisset ed indossato nel film "Orchidea Selvaggia" (1988). L’abito in tulle di Prada con ricami in paillettes-oro indossato dall’attrice Cate Blanchett (2000). Lo smoking firmato Litrico indossato da Rossano Brazzi (1958) e quello realizzato da Brioni per l’invincibile "007-James Bond" alias Pierce Brosnan nell’ultimo film "Die Another Day" (2002). E poi l’inconfondibile Valentino con Fausto Sarli: maestri dell’Haute Couture. La forza dello stile e della personalità degli stilisti italiani immediatamente riconoscibile ed espressa attraverso abiti-simbolo: il tipico taglio maschile di Giorgio Armani con il suo smoking da donna "Regimental" completamente ricamato in oro e blu (1991); il "paillettato" grande e colorato nell’abito "urlo di donna" di Enrico Coveri (1997); l’abito "Bottiglietta" di Gattinoni in paillettes e jais (1991). La magia dei tessuti e lo stile fortemente etnico di Etro (2000); l’inconfondibile abito "Bambola" di Laura Biagiotti in cachemire e taffettà (2002); l’irriverenza del genio ribelle Moschino espressa nella miriade di reggiseni in pizzo nero applicati sul vestito da sera (1988); l’amore per il lusso e lo sfarzo di Versace con il suo abito di cristalli Swarovski (1998/99). La moda legata a doppio filo con la cultura attraverso l’abito "Carmen" di Renato Balestra, dedicato a Maria Callas (1996); oppure quelli ispirati alle opere di Picasso con Lancetti (1986/87). Ed ancora il bon-ton couture di Lorenzo Riva con l’abito da sposa creato per la Principessa Bianca d’Aosta (1995) e la preziosità nei ricami e nei dipinti a mano di Gai Mattiolo. Infine lo stile inconfondibile di Gucci, creato da Tom Ford; quello sofisticato di Gianfranco Ferrè, la femminilità sottolineata dall’estro di Mariella Burani, la sensualità di Genny, il "put together" di Missoni, il plissè di Krizia, la leggerezza di Alberta Ferretti e la "Madonna Nera" venerata dai minatori sardi di Antonio Marras (1998). L’inedita ed inimitabile lavorazione della pelliccia Fendi e la maestria di Trussardi nell’uso delle pelli. Fino ad arrivare agli accessori legati a personaggi celebri: la prima trousse tonda creata da Helietta Caracciolo per Jacqueline Kennedy (1975), la collana indossata da Nancy Reagan e gli orecchini realizzati per Hillary Clinton. Poi la "Bagonghi" di Roberta di Camerino tra le preferite da Grace Kelly (1959); i sandali indossati da Madonna nel film "Evita", fedeli riproduzioni di quelli creati per Evita Peròn da Salvatore Ferragamo; assieme alle ballerine modello Audrey Hepburn di "Vacanze Romane".
Per questo nuovo circuito dell’Est Europeo, parteciperanno per la prima volta tre griffes di eccellenza per la moda italiana. Ermanno Scervino con la sua moda inconfondibile tra opulenza e romanticismo. La limited edition di La Perla creata per celebrare i 50 anni del marchio.
Infine il taglio sartoriale dei "capi spalla" Max Mara con il suo prezioso Montgomery dorato. Con queste anche il lusso del gioiello design di Lucia Odescalchi. Dopo Mosca, "50 anni di moda italiana" sarà a San Pietroburgo, quindi a Kiev, in Ucraina, proseguendo poi il suo circuito nelle principali città dell’Europa orientale. (aise)

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