mercoledì 28 febbraio 2007

L'arte di Giotto ospite a Oslo per un mese

Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 41 - Anno XIV, 28 febbraio 2007
Oslo - Il genio immortale del grande Giotto celebrato a Oslo mediante un esposizione, organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Oslo , avente come tema gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova. "Un'ideale ponte culturale", come viene definito da un comunicato dell'IIC, che dal 1 marzo al 15 aprile unirà le due città tanto distanzi geograficamente e culturalmente.
I visitatori potranno ammirare delle perfette riproduzioni in scala 1:3 della celebre Cappella, l'opera più importante lasciataci in eredità dal grande artista, eseguita nei primi anni del 1300 dietro volere di Enrico degli Scrovegni. Nella Cappella padovana Giotto ha rappresentato la storia della perdizione e della salvazione dell'umanità attraverso l'incarnazione e il sacrificio sulla Croce del Figlio di Dio fatto Uomo.
Seppur a migliaia di chilometri di distanza sarà possibile per più di un mese immergersi nell'arte straordinaria e immortale del grande artista italiano, che si potrà gustare ancor meglio grazie alla predisposizione di appositi pannelli narrativi che spiegano al visitatore le origini e la storia di ogni singola parte che compone gli affreschi. L'iniziativa che e' stata promossa dall'Amministrazione Provinciale e dall'Azienda del Turismo di Padova, è organizzata in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia, l'Ufficio ICE, l'Istituto Italiano di Cultura e il Comitato di Oslo della Società Dante Alighieri, si propone di far immergere i visitatori sia nell'arte grottesca che nell'atmosfera della città di Padova, che nel Trecento si poneva come capitale europea della pittura. News ITALIA PRESS

martedì 27 febbraio 2007

IIC di Copenaghen: italiani e danesi vicini riguardo alla tutela dei beni culturali

Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 40 - Anno XIV, 27 febbraio 2007
Copenaghen - "La Tavola Rotonda è stata un utile momento di confronto, che ha lasciato intravedere la possibilità di avvicinare la posizione italiana e quella danese riguardo alla tutela dei beni culturali, con la prospettiva di positivi sviluppi, anche perché è emersa da parte danese una certa disponibilità ad adeguare maggiormente la legislazione locale alle convenzioni internazionali" Così Emilio Canu, Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen.
La Danimarca e l'Italia sono pronte alla massima collaborazione reciproca nell'affrontare la spinosa questione dei reperti archeologici scavati ed esportati clandestinamente all'estero. Questa disponibilità al dialogo è stata ribadita nel corso di una tavola rotonda su "La tutela del patrimonio culturale italiano" che si è tenuta all'Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen su iniziativa dell'Ambasciata d'Italia. Così la nota stampa diffusa all'Istituto di Cultura.
L'iniziativa è servita a mettere a fuoco le posizioni dei due paesi e delle loro istituzioni culturali al fine di avviare un dialogo che aiuti a superare il contenzioso aperto a causa dell'acquisto, negli anni Settanta, da parte dal museo danese Carlsbeg Glyptotek di reperti sabini ed etruschi provenienti da scavi clandestini. Un contenzioso dovuto alla mancata collaborazione da parte dei dirigenti del Glyptotek che per anni hanno rifiutato di fornire informazioni alla giustizia italiana impegnata nelle indagini sui trafficanti d'arte e sui loro trasferimenti illeciti di beni preziosi . In una sala gremita e alla presenza dei direttori delle maggiori istituzioni culturali interessate alla questione in Danimarca, è intervenuto un panel di esperti italiani e danesi. A discutere e ad esaminare la complessa problematica relativa alla salvaguardia e al recupero dei beni sottratti in modo illegale, fra gli italiani sono intervenuti l'Avvocato dello Stato Maurizio Fiorilli, il direttore generale del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Anna Maria Reggiani, il generale Giovanni Nistri del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Mentre fra i danesi hanno parlato il direttore della Biblioteca Nazionale Erling Koldin Nielsen e Frank Rachendorft Moeller del ministero della Cultura. Il saccheggio avvenuto in Italia nelle necropoli etrusche e sabine ha portato alla dispersione di un patrimonio culturale che avrebbe avuto un grande valore nel favorire la ricostruzione storica della civiltà italiana, hanno detto Anna Maria Reggiani e Maurizio Fiorilli. Quest'ultimo ha esposto gli aspetti giuridici e la legislazione italiana relativa alle questioni dibattute, ricordando anche le numerose convenzioni internazionali, fra cui quella dell'Unesco del 1970, che sanciscono il principio della restituzione dei beni culturali sottratti illegalmente al paese d'origine. Ma Fiorillo ha fatto appello anche ai principi etici e al loro valore al di là della disciplina nazionale e internazionale vigente. Dal ministero della Cultura danese questo appello è stato raccolto quando Moeller ha riferito che il ministro Brian Mikkelsen si aspetta che il Glyptotek compia tutti i passi necessari per cercare una soluzione con le autorità italiane e per avviare con loro una collaborazione costruttiva. News ITALIA PRESS

lunedì 26 febbraio 2007

Come vorrei l'Istituto di Cultura, ovvero: riflessioni di una impiegata a contratto

News ITALIA PRESS, 26 febbraio 2007
Amsterdam - Silvia Terribili, nata ad Amelia (Umbria, Italia) nel 1957, laureata in lingua e letteratura inglese, tesi di laurea su Rembrandt nella letteratura olandese, lavora all'Istituto di Cultura di Amsterdam dal 1989. "Dal 1993 sono stata incaricata del coordinamento dei corsi di lingua e cultura, e da allora redigo un esame annuale ai diversi livelli ALTE. Dal 1998 produco due test intermedi e un esame finale dei nostri corsi basati sui livelli ALTE. Insegno italiano in alcune classi. Attualmente coordino 10 docenti per 45 corsi e 550 studenti. Collaboro alle manifestazioni culturali come conferenze, teatro, cinema, concerti e tengo workshop e conferenze sul cinema italiano anche fuori dell'Istituto. Per l'Istituto ho organizzato diversi eventi culturali e festival nel corso degli ultimi anni tra cui, un festival sul multiculturalismo in collaborazione con gli altri istituti di cultura europei, diversi convegni sulla poesia italiana e incontri con grandi scrittori italiani, nonché un festival di cinema italiano presso una delle principali sale di Amsterdam". Iscritta alla CGIL e membro del cordinamento Esteri della CGIL, iscritta a Italia dei Valori e candidata nell'aprile 2006 per la circoscrizione Estero Europa (ottenendo1.396 preferenze), alcuni giorni fa si era fatta portavoce del disagio e delle preoccupazioni dei contrattisti (Nuova dignità per i contrattisti News ITALIA PRESS N° 31 del 14 settembre 2007). Collabora a Radio Onda Italiana .

A che cosa servono gli istituti di cultura? Quale deve essere la loro missione?
A queste domande si possono dare solo delle risposte politiche, e per dare delle risposte politiche bisogna partire da una filosofia. La mia è una filosofia progressista, di sinistra, in cui la cultura diventa veicolo per promuovere la civiltà, gli scambi e la conoscenza reciproca e la mediazione culturale. Gli istituti non sono chiamati a svolgere un ruolo nel naturale mercato dei prodotti italiani, bensì a fornire il valore aggiunto della cultura, incoraggiare lo studio della lingua, offrendo un prodotto specifico che sono corsi di lingua anche commerciale per le aziende, e eventi culturali che arricchiscono il panorama culturale italiano già esistente e già fortemente sviluppato in ogni paese.

Sponsorizzazione o direzione artistica?
Quello che secondo me gli istituti non devono fare, è limitarsi a sponsorizzare eventi esterni, pur di altissimo livello, in cui le istituzioni italiane non forniscono valore aggiunto. Faccio un esempio per chiarire. E'meglio offrire 5000 euro a un megafestival di cinema olandese con una sua direzione artistica autonoma, ottenendo come ricompensa un loghino dell'istituto in un megaprogramma con 600 film, oppure spendere gli stessi 5000 euro per una coproduzione con partner olandese di alto livello in cui la direzione artistica viene affidata al 100% all'istituto? Nel primo caso, l'istituto funge da fondo erogatore di risorse, nel secondo caso l'istituto è coprotagonista di un evento artistico maggiore. E'ovvio che per meritarsi il ruolo di direttori artistici di una coproduzione bisogna essere ferratissimi. Alcuni direttori o addetti di istituto lo sono, altri non lo sono affatto. Alcuni dirigenti non sono neanche in grado di parlare in inglese, figuriamoci se possono fare i direttori artistici. In molti casi i contrattisti si sostituiscono a direttori e addetti per promuovere eventi di questo tipo. La legge ignora tutto ciò. La legge prevede che i contrattisti facciano le segretarie o le telefoniste o i traduttori di testi scritti dai direttori. Ma spesso quei testi devono scriverli direttamente loro.

Chi fa cosa negli istituti?
Per questo dico, mettiamo finalmente sulla carta ciò che avviene negli istituti. Chi è che collabora direttamente ai progetti culturali, va alle riunioni con i partner locali, tiene addirittura conferenze, presentazioni o workshop nella lingua locale? Per svolgere questo lavoro non possiamo servirci del classico impiegato di concetto. E'evidente che una preparazione a livello di scuola media o anche liceale, sia pure di liceo classico, non può bastare per sedere a un tavolo di organizzazione di eventi culturali a fianco del direttore del Goethe-Institut o del direttore artistico di un importante teatro cittadino. Ma neanche la laurea basta, se non si dispone di una approfondita conoscenza della lingua e della cultura locale. Se non si sa mediare tra i due mondi, quello locale e quello italiano. I contrattisti in tutto il mondo sono gli esperti della mediazione perché conoscono profondamente la realtà locale e continuano a seguire con passione quella italiana.

Cosa farebbe se fosse il legislatore?
Imposterei la mia riforma degli istituti sul personale. Gli istituti dovrebbero essre dotati di un team di professionisti locali di categoria C con un coordinatore o esperto proveniente dall'Italia, con provata conoscenza del cinema, letteratura, musica e teatro e didattica della lingua italiana e naturalmente ottima conoscenza della lingua inglese (a livello ALTE C2 scritto e orale). Il team di professionisti locali dovrebbe essere selezionato localmente secondo le regole del mercato del lavoro locale, tra italiani e italianisti con conoscenza delle due lingue (italiano e lingua locale) a livello ALTE C2 e specializzazione in una delle varie discipline, letteratura, cinema, musica, teatro e didattica dell'italiano. Il ministero degli Esteri dovrebbe concedere delle sovvenzioni agli istituti sulla base del loro output culturale o didattico, un po'come vengono finanziate le scuole. Ad esempio per un tot di corsisti contribuire alle spese per il docente, per l'organizzazione di un festival di cinema contribuire alle spese di trasporto e assicurazione dei film e lasciare all'istituto PR e pubblicità, stampa materiale promozionale, ricerca e programmazione artistica. In questa ottica andrebbero anche unificate le politiche di promozione della lingua. L'Istituto dovrebbe coordinare e gestire tutti i corsi di lingua e cultura italiana finanziati dallo stato italiano. Non si capisce perché un flusso consistente di risorse vada agli enti gestori che sono dei privati, mentre gli istituti non possono neppure assumere con regolare contratto secondo la legge locale dei docenti per i loro corsi di lingua. Il team locale con il coordinatore esperto dall'Italia dovrebbero assumere personale di segreteria o amministrativo a seconda delle reali necessità dell'istituto, per chiarire: non dei generici esecutivi o ausiliari, ma addetti alla segreteria o alla reception sempre con ottima conoscenza delle due lingue. Si dovrebbero rendere gli istituti più democratici e più professionali, partendo dalla selezione del proprio personale in base a criteri di meritocrazia e prestazione, e introducendo il requisito imprescindibile della conoscenza della lingua e della cultura locale. E' impossibile promuovere qualsiasi evento culturale se non si conosce approfonditamente il tessuto in cui si opera. Per quello che riguarda la lingua è evidente che si devono concentrare tutte le risorse sull'istituto e dare la possibilità all'Istituto di assumere in loco docenti e coordinatori linguistici laureati e con ottima conoscenza dell'italiano (madrelingua) e della lingua locale. E'possibile trovare in loco personale con queste caratteristiche. Io stessa dal 1992 coordino i docenti dell'istituto e posso affermare con orgoglio che i nostri migliori docenti, che hanno fatto esperienza presso l'istituto, sono stati assunti successivamente dall'Università di Amsterdam o da licei e altre istituzioni scolastiche locali. Ai docenti dell'Istituto si dovrebbe dare la possibilità di formarsi e aggiornarsi, possibilità che viene offerta attualmente solo ai docenti degli enti gestori.

Ruolo dei Comites
Per quanto riguarda gli italiani all'estero è chiaro che parliamo di una realtà in continua evoluzione, per cui è necessario che gli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero, Comites e parlamentari direttamente eletti, mantengano costantemente il contatto con la propria base. Purtoppo non sempre i Comites seguono direttamente come dovrebbero le politiche italiane all'estero, a loro spetterebbe di valutare e seguire con attenzione l'attività degli istituti ad esempio. Non sempre lo fanno. Qui in Olanda non credo che i Comites abbiano mai esaminato criticamente l'attività degli istituti e proposto iniziative culturali destinate agli italiani all'estero... E comunque i Comites non sono abbastanza vicini agli italiani come dovrebbero. Attualmente si limitano ad approvare i bilanci degli enti gestori, a volte anche in situazioni di conflitti di interessi, perché un membro dei comites non può allo stesso tempo essere un collaboratore fondamentale di un ente gestore...

Chi sono gli italiani all'Estero?
Non c'è un italiano tipo, ma ci sono tanti tipi di italiani all'estero. Se analizziamo anche i recenti risultati elettorali, potremo avere un quadro chiaro del variegato mondo degli Italians nel mondo. Dei 20.240 elettori italiani in Olanda alle ultime politiche ha votato il 36,25 %, una buona media, di essi il 57,5 % ha votato per l'Unione, il 30,7% ha votato per la CDL e il 5,7 % è andato a Italia dei Valori. Non credo che la mobilità temporanea sia di portata superiore a quella stabile di giovani italiani che comunque continuano a emigrare in Olanda. Non dimentichiamo le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro per i giovani laureati in Italia, e sporattutto per chi cerca la possibilità di allargare i propri orizzonti. Un'altro fenomeno migratorio da non trascurare è quello dei giovani omosessuali che emigrano in Olanda allo scopo di vivere con maggiore libertà la propria vita sessuale ed eventualmente sposarsi o formare una famiglia.

Concorsi
Nel 2002 ho partecipato al concorso per addetti e coordinatori linguistici di istituto di cultura. Il mio direttore di allora mi ha apostrofato sarcasticamente: "Ma che fa dott. Terribili, vuole vincere il concorso per un lavoro che fa già?" Credo che il messaggio non necessiti ulteriori spiegazioni. Ora è stato bandito un altro concorso, andrò a farlo tanto per godermi lo spettacolo di questi megaassembramenti di aspiranti, in questi bellissimi palazzi kafkiani neoclassici di Roma, dove migliaia di speranzosi vedono naufragare le loro speranze perché non sapevano "chi era l'architetto della Rinascente?" oppure non ricordavano con che materiale Lucio Minguzzi avesse realizzato la sua statua l'Artista. E poi vorrebbero farti credere che studiandoti i manuali di quiz, nozionismo sterile all'ennesima potenza, tu potresti avere qualche chance in più tra gli altri 2000 concorrenti? Mi dispiace, non sopporto il format alla Gerry Scotti, a Trivial Pursuit di solito vinco ma solo per inerzia, mi rifiuto categoricamente di studiare manuali di quiz. Preferisco intrattenermi con il manuale sul testing in relazione al quadro europeo di riferimento, mi interessa molto di più occuparmi della verifica delle abilità linguistiche a cura del Prof. Vedovelli. E' evidente che non farò mai carriera. Il concorso per 20 posti di addetto di un Istituto di Cultura a cui partecipano 3000 persone è semplicemente un'assurdità. Oltreché, mi dispiace dirlo, non credo che nessuno in Italia si fidi più della regolarità di detti megaconcorsi.....chi ci crede ancora alzi la mano per favore.

Stipendio
In quanto contrattista di concetto guadagno 3520,20 euro lordi al mese (2586,89 netti). Non sembrerebbe poco, però bisogna considerare che non c'è una tredicesima, che devo pagare a mie spese l'assicurazione sanitaria e che il datore di lavoro non prevede nessun fondo pensionistico. Il che significa che ogni mese devo risparmiare per costruirmi una pensione. Poi consideriamo anche che lo stipendio resta fisso per anni, che non ci sono scatti automatici e che un docente con compiti di coordinatore in Olanda ha un trattamento migliore del mio. Un altra discrepanza è costituita dal fatto che un addetto di istituto che svolge i miei stessi compiti guadagna il doppio, per non parlare poi del direttore di istituto che guadagna molto di più di un parlamentare olandese.... Anche per questo motivo ritengo che gli istituti dovrebero essere costituiti da personale specializzato locale che svolge il lavoro di programmazione culturale e didattico e dall'Italia devono arrivare degli esperti che collaborano con questo team di professionisti locali. Secondo me si risparmierebbe notevolmente sui costi!

Mansioni superiori
Le mansioni superiori per i contrattisti sono all'ordine del giorno. Il contrattista ambizioso si trova spesso di fronte al dilemma: se mi chiedono di andare a tenere una conferenza sul cinema italiano in diverse città, a nome dell'istituto, devo rifiutarmi? Devo dire "non sono capace, chiedetelo al direttore o all'addetto"? E'ovvio che i contrattisti più preparati e colti accettino di andare a rappresentare il proprio istituto. Sbagliamo noi? Queste sono mansioni superiori che nel normale mondo del lavoro dovrebbero dar luogo a scatti di carriera, a un riconoscimento giuridico...negli istituti di cultura non è cosi`. "Sei andata a fare la conferenza? Brava. Ti sei divertita? Avresti dovuto rifiutare. Non ti spetta: tu sei solo un'impiegata di concetto, una segretaria, tutt'al più una traduttrice. Non ti montare la testa. torna a cuccia".

Carriera
Per i contrattisti di Istituto di Cultura la carriera non esiste. Non ci sono corsi-concorsi, formazione, corsi di aggiornamento, nulla. Di recente è arrivato l'invito dell'Università per Stranieri di Siena per un corso per somministratori di esami CILS. Ho fatto presente al mio direttore che in Olanda io sono l'unico docente che somministra esami CILS dal 1996. Quindi mi sembra che potrei avere il diritto di partecipare al corso a carico dell'Istituto o no? Oppure devo pagarmi il viaggio e la quota di iscrizione da sola, l'hotel a Siena, e utilizzare anche un paio di giorni del mio congedo ordinario? Devo vedere questo corso come una vacanza? il colmo è che io sono talmente gasata del lavoro che sarei anche disposta a farlo durante le mie vacanze, ma questo veramente non è giusto, credo.

Battaglia sindacale
Non sono un ego-tripper, anche se ho la vocazione al protagonismo, che male c'è? Credo che le battaglie debbano sempre essere condotte come categoria, tenendo conto del fatto che ci sono diverse categorie, tutte legittimamente in concorrenza per la propria affermazione. La battaglia deve essere leale, bisogna nutrire degli ideali, battersi per un migliore futuro per una comunità e non per se stessi. Oggi esiste un dualismo tra personale di ruolo e personale a contratto, e spesso noi contrattisti tendiamo a vedere il personale di ruolo come i nostri nemici o concorrenti. E il personale di ruolo ci ricambia spesso con la stessa diffidenza, noi saremmo degli usurpatori. Questo è sbagliato. La riforma degli istituti deve procedere attraverso un dialogo tra le parti, nel rispetto della reciproca professionalità. Per questo parlo di team in cui esiste una componente locale di professionisti e una componente italiana che lavorano insieme allo stesso progetto su un piano di parità. Il terreno di scambio e di confronto deve essere quello sindacale. Da anni sono iscritta alla CGIL e ho anche fatto parte del coordinamento estero. Inoltre faccio parte di Italia dei Valori e mi sono anche candidata alle ultime elezioni ottenendo ben 1396 preferenze (in Olanda IdV ha ottenuto ben 415 voti alla Camera). Credo nella battaglia politica per la democrazia dentro e fuori delle istituzioni, la trasparenza, la legalità, la meritocrazia e la lotta alla corruzione. La mia passione politica è fortissima e si rispecchia giornalmente nel mio lavoro e nelle mie battaglie sindacali.

Solidarietà tra contrattisti
Mi fa molto piacere che dopo tanti anni di battaglie ignorate dai media finalmente ci sia un serio interesse da parte della stampa specializzata per la nostra categoria. Sono grata ai compagni con cui condivido fatiche e speranze da anni, in particolare Beppe Scorsone a Monaco, Udo Verda e Cristina Rizzotti e tutti gli amici del coordinamento contrattisti. Vorrei ricordare anche due nostri compagni recentemente scomparsi: Antonio Quarta di Colonia con il quale ho organizzato un concerto e conferenza di Francesco Guccini ad Amsterdam nel 1998, un evento epocale a cui hanno partecipato 400 italiani e Flavio Varli, un caro collega di istituto e Consolato, attivissimo nel sindacato, nelle RSU e in tutte le battaglie per l'emancipazione dei contrattisti. Con Beppe e con il coordinamento siamo in strettissimo contatto telematico e ci siamo finalmente conosciuti di persona a Berlino, lo scorso novembre. Ma ho anche svariati e ottimi contatti con direttori, addetti di istituto e lettori di ruolo e anche con loro c'è un rapporto di stima e collaborazione. Io ho fiducia. La solidarietà di categoria unita a una filosofia politica forte e trainante, ci aiuterà nelle nostre azioni. Come dice Claudio Magris, manteniamo una buona dose di disincanto, ma non rinunciamo a credere nell'Utopia! News ITALIA PRESS

venerdì 23 febbraio 2007

GRANDE SUCCESSO A MELBOURNE PER GLI ISKELIU

SI È CONCLUSA BRILLANTEMENTE LA TOURNÉE AUSTRALIANA DEL GRUPPO MUSICALE SARDO

MELBOURNE\ aise\ 22 febbraio 2007 - L’attesissimo concerto degli Iskeliu, tenutosi la sera del 20 febbraio presso il teatro BMW Edge di Federation Square a Melbourne, ha richiamato un foltissimo pubblico, rivelandosi un grande successo.
Per oltre un’ora, il gruppo ha intrattenuto e deliziato i presenti con una musica originale, ma molto rispettosa di una matrice tradizionale che sarebbe limitativo definire sarda, in quanto prodotto di influenze che riguardano l’intera area mediterranea e la sua storia.
La variegata strumentazione impiegata dalla piccola orchestra sarda comprendeva, oltre ai più classici chitarra e fisarmonica, antichissimi strumenti molto particolari e preziosi, la cui acustica e forza espressiva veniva esaltata dai raffinati richiami medievali e rinascimentali delle melodie. Tra i vari benas, launeddas, sulittu e serraggia, non può non essere ricordato l’iskeliu, strumento ricavato dalla canna di bambù, da cui il gruppo prende nome.
I quattro musicisti e la cantante hanno dato prova, ancora una volta, della loro maestria: Sandro Fresi e Giuseppe Orrù hanno stupito per l’ecletticità e l’abilità nel passare da uno strumento all’altro. Mario Loi ha eccellentemente suonato chitarra e bouzuki, occupandosi anche delle traduzioni in inglese che hanno destato molta simpatia. Salvatore Manu si è distinto per la padronanza di diversi e curiosi strumenti a percussione. Infine Paola Giua che ha interpretato virtuosamente, con voce calda e soave, testi in lingua sarda e latina.
Tra i vari ed interessanti pezzi di repertorio: "Ave Maria", tributo a Fabrizio De Andrè a cui si deve l’introduzione nel 1997 del primo cd del gruppo; "Gosos", pezzo interpretato con uno strumento tanto antico quanto raro; "Li Mutti" dall’inconfondibile influenza ritmica spagnola; e l’ultimo pezzo della serata, un ballata popolare, che ha coinvolto alcuni tra gli spettatori in una danza sarda tradizionale.
La forza degli Iskeliu, che deve molto all’esperienza artistica del musicista, ricercatore e compositore Sandro Fresi, sta nel riuscire non solo a trasmettere e promuovere una tradizione musicale e culturale profondamente radicata nelle terre di Sardegna, ma anche a testimoniare la vivacità della ricerca e sperimentazione musicale contemporanea in Italia.
Il concerto, che ha concluso brillantemente la tournée australiana del gruppo sardo, coordinata dall’Ambasciata d’Italia a Canberra, è un’iniziativa realizzata dal Consolato Generale d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura in Melbourne, in collaborazione con la Sardinian Cultural Association del Victoria. (aise)

mercoledì 21 febbraio 2007

LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO" IN UNA TAVOLA ROTONDA ALL’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI COPENAGHEN

COPENAGHEN\ aise\ 20 febbraio 2007 - Con una tavola rotonda, il 22 febbraio, all’Istituto Italiano di Cultura, torna all’ordine del giorno a Copenaghen la questione dei beni culturali sottratti clandestinamente all’Italia e venduti illegalmente a diversi musei del mondo.
Anche in Danimarca, negli anni Settanta, il Carlsberg Glyptotek acquistò in modo illecito una serie di preziosi reperti etruschi e la stampa danese ha riferito ampiamente del contenzioso che si è aperto con l’Italia sulla provenienza di questi beni culturali sottratti illegalmente e sulla mancata disponibilità ad offrire informazioni al magistrato italiano che segue i processi contro i trafficanti d’arte. Ma negli ultimi mesi sono stati compiuti molti passi che hanno aperto la strada ad una proficua collaborazione in questo campo fra i due Paesi.
Promuovendo la tavola rotonda su "La tutela del patrimonio culturale italiano" l’Ambasciata d’Italia si propone di offrire un’ulteriore opportunità di discussione e di chiarimento sulla problematica relativa ai controlli sui reperti acquisiti dai musei e all’eventuale restituzione di alcuni fra quelli di provenienza illecita.
Il dibattito si terrà giovedì 22 febbraio, fra le ore 16 e le ore 19, presso l’Istituto Italiano di Cultura, e alla discussione prenderà parte un illustre panel di esperti danesi ed italiani: Steen Hvass, Direttore Generale del Ministero della Cultura danese, l’On. Per Clausen, portavoce della Lista Unitaria, Erling Koldin Nielsen, direttore della Biblioteca Nazionale di Copenaghen, Anna Maria Reggiani, Direttore Genarle del MiBAC, ed il Gen. Giovanni Nistri del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, moderati dall’avvocato di Stato Maurizio Fiorilli. (aise)

mercoledì 14 febbraio 2007

Nuova dignità per i contrattisti

News ITALIA PRESS, 14 febbraio 2007
Amsterdam - "Sono grata all'Onorevole Cassola perché si sta occupando seriamente della problematica dei contrattisti dei Consolati che saranno chiusi in alcune città europee". Così Silvia Terribili, contrattista locale presso l'Istituto di Cultura di Amsterdam dal 1989, iscritta alla CGIL e membro del cordinamento Esteri della CGIL, iscritta a Italia dei Valori e candidata nell'aprile 2006 per la circoscrizione Estero Europa (ottenendo1.396 preferenze).

Una situazione, dunque, quella dei contrattisti che lei conosce molto da vicino.
Dal 1993 sono la coordinatrice dei corsi di lingua e cultura, attualmente coordino 10 docenti, che tengono 41 corsi con 550 studenti. Io stessa insegno e produco ogni anno due test di percorso e un esame finale articolati nei 6 livelli ALTE e nelle cinque abilità (scrittura, lettura, competenza linguistica, ascolto, produzione orale). Inoltre collaboro alla programmazione culturale organizzando direttamente manifestazioni culturali, festival di cinema, concerti, spettacoli teatrali e conferenze in collaborazione con partner culturali locali. Le mansioni da me svolte rientrano pienamente nella categoria C, programmazione culturale e didattica. Invece la legge attuale prevede che i contrattisti svolgano solo mansioni di tipo B3. La realtà è pertanto ben diversa da ciò che prevede la legge. Faccio parte del coordinamento contrattisti e ho sentito che ci sono voci di chiusura di sedi di consolati e forse istituti. In quanto coordinamento contrattisti abbiamo un contatto diretto con i nostri parlamentari di riferimento, per quello che mi riguarda Arnold Cassola dei Verdi e Antonio Razzi di Italia dei Valori. In particolare Arnold Cassola si sta occupando (tra l'altro)di diverse tematiche che riguardano gli italiani all'estero, come la problematica dei contrattisti e la questione dei programmi televisivi della RAI che arrivano schermati (la RAI non paga i diritti per l'estero) penalizzando quindi gli italiani all'estero.

Cosa chiedete ai parlamentari eletti all'estero?
Ai parlamentari chiediamo uno studio più approfondito di tutta la tematica che riguarda le istituzioni italiane all'estero. In particolare gli Istituti di Cultura e il loro personale. A quando la convocazione di una conferenza che prenda veramente in esame la missione degli Istituti di Cultura all'Estero e la professionalità e prestazione di tutti i loro addetti (personale di ruolo e a contratto)? A quando una legge che riconosca la professionalità di tutti, e preveda quindi la categoria C anche per i contrattisti locali? A un contrattista locale oggi è preclusa ogni possibilità di carriera, di formazione e aggiornamento professionale, e dal punto di vista sindacale lo si esclude anche dalla rappresentanza sindacale nelle RSU... Per tutti questi motivi chiediamo ai parlamentari un interessamento maggiore per le nostre problematiche, per una maggiore efficacia della promozione della lingua e della cultura italiana all'estero.

Una conferenza perchè?
La conferenza di cui parlo io è qualcosa che sto inutilmente proponendo da anni. Quello che vorrei è un convegno a Roma in cui vengano finalmente analizzate le professionalità di tutti gli operatori degli Istituti di Cultura, personale di ruolo e a contratto. Attualmente sembra che solo i Direttori e gli Addetti svolgano il lavoro di programmazione culturale degli Istituti. Non è assolutamente così, ci sono molti contrattisti, laureati e praticamente bi- o tri-lingui che svolgono regolarmente mansioni superiori di programmazione culturale e didattica, e rappresentano ufficialmente l'Istituto nei confronti dei partner istituzionali locali. Spesso i contabili degli Istituti sono gli unici esperti di bilancio e di normative locali.

Finalità?
La finalità di tale conferenza sarebbe mettere finalmente nero su bianco chi fa cosa negli istituti di cultura e riconoscere ai contrattisti la loro piena professionalità. A tale conferenza dovrebbe essere invitato tutto il personale degli istituti o i loro rappresentanti, quindi sia i direttori e addetti che i contrattisti sia a contratto italiano che locale e si dovrebbe studiare un testo di riforma che tenga conto delle realtà degli istituti, potenzialità e ricchezza professionale e umana. News ITALIA PRESS

martedì 13 febbraio 2007

A Wolfsburg serata Sicilia

News ITALIA PRESS, 12 febbraio 2007
Wolfsburg - L'Agenzia Consolare d'Italia in Wolfsburg e l'Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con il Circolo Siciliano "Luigi Pirandello" di Wolfsburg, visti i successi di partecipazione a i vari viaggi nell'isola ed al fine di incrimentare la conoscenza della medesima, hanno organizzato per il 22 febbraio, presso la prestigiosa sede del Castello di Wolfsburg una serata sulla Sicilia, con presentazione storica, di foto e diapositive, in lingua tedesca, intramezzate con musica tipica siciliana eseguita dal noto gruppo folkloristico locale "u carrettu".
Molte delle foto e diapositive presentate per l'occasione sono state fatte, anche, durante i viaggi studio, organizzati da vari gruppi locali (la quasi totalità composta da tedeschi), effettuati in Sicilia durante gli anni scorsi. Essi in genere nascono su iniziativa spontanea di persone molto sensibili all'Heritage italiano, peraltro ogni viaggio ha raggiunto e superato il numero massimo di partecipanti previsto, cosicchè ad accostarsi alle bellezze naturalistiche e storiche, senza dimenticare le tradizioni culturali e gastronomiche, sono state un rilevante numero di persone e, si prevende che, anche, quest'anno vari organizzatori procederanno su questa scia di viaggi culturali, che hanno avuto come precursore il massimo poeta tedesco Goethe. News ITALIA PRESS

domenica 11 febbraio 2007

PAINTING EXHIBITION - The conservation of mural paintings in Ajanta caves - 14th to 28th February, 2007

Delhivents.com, February 10, 2007 - Following the agreements signed in January 2005 between Italy, represented officially by the Italian Embassy in India and the Ministry of Culture, and the Indian authorities represented by the Ministry of Culture and the Archeological Survey of India (ASI), an operational program was agreed for the realization of conservation project for the cave number 17 at Ajanta and cave number 17 at Ellora. The two ancient sacred places, situated in the region of Maharashtra, form the most important monuments of the ancient Indian painting, both classified as a World Heritage Site by UNESCO. The exhibition, curated by the Central Institute of Restoration, Rome, illustrates the various stages of the restoring operations conducted on the site by the ICR from October 2005.
Organized by : Central Institute of Restoration, Rome, Italian Cultural Institute
Collaboration : National Museum, New Delhi, Scientific Attache' of the Embassy of Italy
Place : National Museum, Janpath, New Delhi
Website : www.nationalmuseumindia.gov.in

venerdì 9 febbraio 2007

IN VISITA DI STATO IN UNGHERIA IL MINISTRO FIORONI SI RECA ALL’IIC DI BUDAPEST

E CON IL COLLEGA HILLER INAUGURA LA MOSTRA "PUERIZIA PRIMARIA HUMANITATIS AETAS"

BUDAPEST\ aise\ 9 febbaio 2009 - Nella serata di mercoledì, 7 febbraio, come prima tappa della sua breve visita in Ungheria, il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha visitato l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest, già sede del primo Parlamento ungherese.
Accompagnato dall’Ambasciatore d’Italia, Paolo Guido Spinelli, e da una folta delegazione di cui facevano parte anche alcuni studenti, presidenti delle consulte provinciali di Milano, Verona, Massa Carrara e Enna, Fioroni è stato ricevuto dal direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Arnaldo Dante Marianacci, ed ha incontrato un centinaio di insegnanti d’italiano delle scuole secondarie ungheresi, oltre che i capi dei dipartimenti d’italianistica delle università ungheresi, i lettori e i presidi dei licei bilingui italo-ungheresi.
Alle ore 11 di ieri, poi, insieme al ministro dell’Istruzione e della Cultura ungherese, Istvàn Hiller, ha inaugurato la mostra "Puerizia primaria humanitatis aetas" presso il Museo Nazionale Ungherese.
La mostra è stata organizzata dallo stesso museo, di cui il direttore generale Tibor Kovàcs, dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Cultura Ungherese, il Ministero per i Beni e le Attività culturali italiano e il Ministero degli Affari Esteri italiano.
Ospitata nel notissimo Lapidarium del Museo Nazionale, che conserva una ricca collezione di reperti romani, l’esposizione presenta una decina di preziose statue e teste di fanciulli e fanciulle di epoca romana, conservate in alcuni dei più importanti musei italiani, tra i quali i Musei Capitolini, Museo Nazionale Romano, Museo Archeologico di Parma e Palazzo Altemps di Roma.
Dopo l’inaugurazione della mostra, i due ministri hanno tenuto un’affollata conferenza stampa, nel corso della quale, oltre a ribadire i grandi vincoli di amicizia tra i due Paesi, hanno illustrato i punti salienti della dichiarazione comune italo-ungherese d’intenti nel campo dell’istruzione, firmata proprio all’inizio della conferenza stampa stessa, sottolineando il ruolo strategico della collaborazione italo-ungherese nel settore dell’istruzione sia a livello bilaterale che nell’ambito comunitario, anche in rapporto all’insegnamento multilinguistico.
Al termine della mattinata il ministro Fioroni ha compiuto una breve visita al Liceo bilingue Szent Làszlò di Budapest dove erano ad accoglierlo oltre duecento studenti. (aise)

domenica 4 febbraio 2007

Sgarbi: difendo Gae Aulenti. Lo scandalo giapponese è a Firenze

LA LETTERA

Corriere della Sera, 4 febbraio 2007
Caro Direttore, la reazione, non nuova, e forse esagerata, di alcuni giapponesi colti, e in particolare di Tsuneo Watanabe, editore di uno dei grandi giornali di Tokyo, contro la vistosa sede dell'Istituto di Cultura italiano progettata da Gae Aulenti in perfetta discontinuità con gli altri edifici del quartiere, secondo un metodo che l'architetta ha sperimentato anche a Milano, non mi dà spunto a riaprire una polemica che il ministro degli Esteri D'Alema ha prudentemente e saggiamente contenuto; ma ad auspicare una giudiziosa simmetria. La reazione giapponese davanti all'opera italiana resta, benché emblematica, tardiva. E mentre non si può che essere compiaciuti dell'attività dei nostri architetti all'estero, è opportuno preoccuparsi della sempre più frequente presenza di architetti stranieri in Italia, con una debolezza per le «grandi firme». Accade spesso, però, che essi agiscano, ben peggio di Gae Aulenti a Tokyo, nella totale indifferenza per i contesti urbani. Sarà difficile perdonare agli amministratori romani e ai responsabili del ministero per i beni culturali l'orribile teca di Meier per l'«Ara Pacis» (Settis mi ricorda che, quando gli fu affidato l'incarico, l'architetto Meier pensava genericamente a un altare, ignorando cosa fosse l' «Ara Pacis»).
Ma oggi l'emergenza è ancora più grave e si vorrebbe un Watanabe italiano con la forza di un gruppo editoriale che, finché si è in tempo, iniziasse una campagna di comunicazione, certamente condivisa da tutti i fiorentini, per impedire il nuovo orrore minacciato da un giapponese agli Uffizi: famigerata pensilina dell'architetto Arata Isozaki per l'uscita degli Uffizi. Una rete da materassi, fuori scala, alta 37 metri, a ridosso di una delle più importanti architetture del Cinquecento a Firenze: le Logge del Vasari.
Lo Stato e il ministero autorizzano la città di Firenze, dopo un grottesco concorso internazionale, ciò che qualunque Soprintendenza proibirebbe, senza discutere, al privato proprietario di un Palazzo rinascimentale o barocco, o di una villa. Immaginate una pensilina di 37 metri davanti alla Rotonda di Palladio, proprietà del Conte Valvarana, o nel Giardino di Villa Albani a Roma. Una inconcepibile eresia. Lo Stato concede a se stesso quello che vieterebbe al privato, con un abuso e una violenza pagata con i soldi dei cittadini. Mi sembra incredibile che il ministro Rutelli, dopo aver voluto, fra mille critiche, la nuova copertura dell'Ara Pacis, voglia compiere un altro delitto senza investirne neppure il Consiglio Nazionale del ministero presieduto da Salvatore Settis. Qualunque persona di buonsenso avverte la gravità di questa nuova ferita nel centro storico di Firenze, dopo un lungo dibattito che sembrava averla scongiurata. Un giapponese si ribella alla discutibile opera di un architetto italiano. È arrivato il momento che gli italiani reagiscano all'insensato progetto di Isozaky che, per ricordare le parole di Federico Zeri, «conosce Firenze come io conosco il Tibet, dove non sono mai stato». Mi auguro che l'incidente occorso a D'Alema a Tokyo apra gli occhi sullo scandalo giapponese che minaccia l'Italia.

Italy defends institute as Tokyo sees red

AFP News brief, Sunday, February 4, 2007
Italy's foreign minister defended his country's new cultural institute in the heart of Tokyo which has some residents seeing red.

Italy's biggest overseas culture institute, a stone's throw away from the imperial palace, is 12 storeys high and bright red.

Tokyo Governor Shintaro Ishihara, an outspoken nationalist, last year joined a group of local residents in complaining that the loud building jarred sombre Japanese sensibilities.

But Italian Foreign Minister Massimo D'Alema backed the building, which was designed by prominent Italian architect Gae Aulenti.

"I personally find it beautiful," D'Alema told reporters on a visit to Tokyo.

He said he was aware of the flurry of debate surrounding the building but called it a matter of "personal taste" as it did not violate any laws.

"The Italian government has no right to tell the architect to make changes because that would be infringing on her copyright, just as a museum cannot order a painter to change his painting in an exhibit," he said.

Aulenti has said the building was inspired by the Japanese tradition of lacquer.

sabato 3 febbraio 2007

Italian minister defends red building

The Italian Cultural Institute of Tokyo in Chiyoda Ward has upset neighbors who claim the red color of the building disrupts the scenery. They have asked the government to pressure the Italian Embassy to change the color.

Japan Today - Saturday, February 3, 2007
TOKYO — Visiting Italian Foreign Minister Massimo D'Alema said Friday that the Italian Cultural Institute in Tokyo is "very beautiful" amid angry calls by Japanese neighbors that the red color of the building disrupts the local scenery. But the minister said that the Italian government has "empathy" with the neighbors' protests against the 12-story institute which opened in October 2005 and will seek an amicable solution.

D'Alema made the remarks during a press conference at the Japan National Press Club after facing a question over the issue by the head of the major Japanese daily Yomiuri Shimbun, which called the building "grotesque" and not suitable for establishments in the nearby areas such as Chidorigafuchi National Cemetery and the Yasukuni Shrine.

The institute, aimed at spreading Italian culture and promoting cultural exchanges between the two countries, was designed by renowned Italian architect Gae Aulenti. "I saw it, and I thought it was very beautiful...I think the Italian Cultural Institute is one of Ms Aulenti's masterpieces," the minister, who concurrently holds the post of deputy premier, said.

Ethiopia: Life and Art - Monastic Life in Photography

by Abiy Solomon

The Reporte, Addis Ababa, February 3, 2007
Addis Ababa - A 5-day photographic exhibition staged by Giuseppe Ninfa, a famous Italian cameraman came to a close yesterday at the Italian Cultural Institute. The exhibition features the life and environment of Ethiopian monks and members of the clergy in Lalibella and the Tigrai region.

Entitled "Christian Africa: Religion and Orthodox Churches in Ethiopia", the exhibition displays photos taken with unusual shots from angles that display the beauty of the subject in unusual ways.

"He is like a poet", said Emilio Longhi, Director of the Italian Cultural Institute.

"The photographic exhibition was also staged in Italy prior to its show here. And I hope this will be a good tourism promotion for the country," he added.

Alongside the exhibition a workshop was held on the theme: "The Work and its World: a Tale through Pictures."

venerdì 2 febbraio 2007

Mostre, l'arte italiana arriva in India

Il premier Romano Prodi inaugurerà il 12 febbraio la prima parte dell'esposizione itinerante

Roma, 2 feb. 2007 (Adnkronos/Adnkronos Cultura) – Sarà il presidente del Consiglio Romano Prodi, in visita ufficiale in India, ad inaugurare il 12 febbraio presso il Victoria Memorial Hall di Kolkata (già Calcutta) la mostra ‘Ai confini del visibile. Nuove espressioni dell’arte italiana ed indiana’, a testimonianza del prestigio dell’evento e dell’assidua collaborazione tra i due Paesi. Curato da Lorenzo Canova, professore associato di Storia dell’Arte Moderna all’università del Molise e da Rajeev Lohan, direttore della galleria nazionale d’arte moderna di New Delhi e Mumbai, l’allestimento dal respiro internazionale sarà successivamente esposta presso le gallerie nazionali d’arte moderna di New Delhi e di Mumbai, rispettivamente, nei mesi di maggio e settembre.

La mostra si inserisce nel ricco ciclo di esposizioni d’arte che la Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del ministero degli Affari Esteri sta organizzando in questi mesi presso prestigiose gallerie internazionali. Ad essere esposta è la collezione d’arte italiana del 21° secolo della Farnesina, scomposta e riassemblata in modo organico in dieci mostre-evento, come lo stesso Gherardo La Francesca, direttore generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, ha spiegato all’ADNKRONOS CULTURA. “Lunedì prossimo -precisa La Francesca- sarà inaugurata a Parigi, per poi girare l’Europa, la mostra ‘Sagome 547’ dal contenuto di carattere umanitario ma anche dal grande valore artistico; ‘Mithos’ poi, inaugurata a dicembre scorso ad Atene sta attualmente girando per la Grecia, ma sono previste esposizioni anche nei Balcani, negli Stati Uniti ed in America Latina, segno di quanto alla Farnesina crediamo nel valore dell’arte contemporanea”.

“Oggi - ha spiegato Rajiv Dogra, ambasciatore dell’India in Italia - le visioni e gli approcci alla vita, indiana ed italiana, sono divenute parallele e similari per forma e contenuti grazie ai linguaggi dell’arte. Le ragioni – ha aggiunto l’ambasciatore - sono da rintracciare nel fenomeno della globalizzazione e nell’utilizzo diffuso di internet. Questo è ancora più evidente nelle giovani generazioni di artisti connotati da aspirazioni ed ambizioni simili, come testimonia la mostra. Ritengo importante che l’esposizione venga inaugurata dal presidente del Consiglio Romano Prodi perché segnerà l’inizio di un cammino comune”.

A fare da file rouge alla mostra è l’adattamento del sistema dell’arte al concetto di ‘villaggio globale’ introdotto da Marshall McLuhan. Gli artisti italiani ed indiani, dunque, mescolano la tradizione artistico-culturale del proprio Paese a quelle delle più celebri correnti internazionali, in un gioco di rimandi e citazioni mediato dall’uso delle più moderne tecniche. Dalla pittura alla video arte, dalla scultura alle installazioni. Ecco che l’allestimento indiano si fa proscenio delle avanguardie del contemporaneo, spaziando da quadri dove l’immagine di un volto si frantuma in centinaia di pixel tv al dipinto ‘Le tre mucche’, nel quale l’animale sacro indiano in chiave ironica diventa moderna bicicletta con recipienti per il latte ai lati, ma anche omaggi al mito tutto europeo di Van Gogh.

Sul versante italiano continua il gioco di citazioni rivolte sia alla tradizione culturale italiana, come quelle al cinema di Pasolini ed al design, sia a quella U.S.A. con una New York iconoclasta che fagocita segni e simboli in nome dell’arte; sia a quella Giapponese con l’incubo, riattualizzato per immagini di Hiroshima; sia alle due Palermo, italiana e sudamericana. Su tutte campeggia il richiamo al tema della metropoli, luogo di comunicazione, scambio e velocità ma anche oggetto di una possibile lettura ironica con la scultura ‘Vai piano’, dove una grande testa sorridente che fuoriesce da un sedile d’auto in pelle rossa ammonisce lo spettatore distratto.