venerdì 19 dicembre 2008

VI Conferenza degli Ambasciatori d’Italia, la politica culturale italiana all’estero

FARNESINA

INFORM - N. 247 - 19 dicembre 2008
Il dibattito sul “soft power” costituito dalla cultura italiana all’estero e le conclusioni del segretario generale del Mae, Giampiero Massolo

ROMA – Si discute di politica culturale estera e delle strategie di comunicazione ad essa legate nell’ultima fase dei lavori della VI Conferenza degli Ambasciatori d’Italia, ieri, prima del saluto conclusivo ai delegati del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Tra gli interventi sul tema, quello del direttore generale per la Promozione e la cooperazione culturale del ministero degli Esteri, Gherardo La Francesca, che insiste sulla necessità di “fare sistema” anche per giungere ad una politica culturale innovativa, che possa incidere con potenza nelle realtà in cui la rete diplomatico-consolare italiana è attiva. “Noi siamo, nello stesso tempo, distributori e comunicatori di cultura – afferma La Francesca – e la comunicazione efficace del nostro patrimonio culturale all’estero ha un’influenza diretta sulle risorse a nostra disposizione”. “Gli sforzi del Mae nel senso di una comunicazione innovativa delle attività culturali coinvolgono sempre più i direttori dei nostri Istituti Italiani di Cultura nel mondo – aggiunge La Francesca – come dimostrano i documenti preparati in occasione della conferenza di questio ultimi, organizzata circa 1 mese fa. Proprio in questa occasione abbiano rilevato l’importanza di coinvolgere i media nella diffusione dei nostri progetti, attraverso modelli comunicativi innovativi, capaci di attirare la loro attenzione”.

L’ambasciatore Giuseppe Moscato (Parigi) sottolinea la complessità del farsi portatori di un’identità culturale, anche rispetto al contesto multiculturale in cui le rappresentanze si trovano ad operare, mentre Giampaolo Scarante (Grecia) rileva che la promozione culturale dell’Italia all’estero è la vera funzione del corpo diplomatico, “perché allinea l’immagine dell’Italia reale con quella presente nel Paese in cui siamo, adeguamento che è decisivo anche per gli operatori economici”. Stefano Stefanini (rappresentante diplomatico dell’Italia presso il Consiglio atlantico) si chiede se non si rischi una spersonalizzazione dell’identità italiana, nel tentativo di scostarsi troppo dagli stereotipi, mentre Gianni Riotta (direttore del Tg1) ricorda che “la sfida si gioca oggi sulla politica globale. L’Italia in questo ambito ha una marcia in più, che è costituita dal suo backgroud culturale, che deve essere convogliato tramite iniziative innovative, capaci di attirare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto”.

A concludere questa sessione di lavoro, Giampiero Massolo, segretario generale del Mae. “E’ emersa anche in questo contesto la centralità del ministero – ha detto – a cui spetta il compito di fare la sintesi delle politiche messe in campo dal Paese, non solo sul fronte culturale. Questa sintesi deve essere effettuata lucidamente, bandendo l’idea di un complotto a danno delle risorse a noi destinate, perché è condizionato piuttosto dall’esigenza di fronteggiare un momento di crisi difficile”.

“Nel quadro di una razionalizzazione delle risorse – ha aggiunto Massolo – dobbiamo da un lato ricercare sinergie per giovarci di nuove opportunità di sviluppo e dall’altro vivere il periodo tentando di recuperare efficienza, puntando sull’innovazione. Sono convinto che il Mae sia divenuto in questi anni protagonista di una rivoluzione culturale che ha messo in luce il valore aggiunto del suo ruolo di gestore di rete, di promotore di sistema. Questa consapevolezza deve essere mantenuta e promossa comunicando il positivo di ciò che viene fatto – ha concluso il segretario generale della Farnesina – e non limitandoci solo a considerare le critiche e le situazioni di difficoltà in cui possiamo venire a trovarci”. (Viviana Pansa – Inform)

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