giovedì 15 novembre 2007

"LA CULTURA È ENERGIA RINNOVABILE": AL VIA ALLA FARNESINA LA IV RIUNIONE DEI DIRETTORI DEGLI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA

ROMA\ aise\ 15 novembre 2007 - "In Italia cultura, politica ed economia vanno di pari passo, ma la cultura viene prima", perché "è il grande traino del nostro Paese". Ne è convinto il vice ministro agli Affari Esteri, Ugo Intini, che, insieme al direttore generale per la Promozione Culturale, Gherardo La Francesca, ha presieduto oggi, alla Farnesina, la conferenza stampa di presentazione della IV riunione dei direttori degli Istituti Italiani di Cultura.
Una conferenza stampa iniziata con un ritardo "di buon auspicio", perché più a lungo del previsto si è protratto questa mattina l’incontro tra i direttori degli IIC e il vice ministro Intini. La riunione, appuntamento ormai periodico del Ministero, è proseguita nel pomeriggio e si protrarrà sino a sabato, 17 novembre, per una tre giorni intensa e costruttiva, hanno sottolineato Intini e La Francesca, volta a fare il punto sulle strategie di promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
Che la cultura sia un "asset essenziale" per il nostro Paese e per la politica estera italiana emerge evidente dallo slogan che accompagna quest’anno la riunione: "La cultura è energia rinnovabile". Lo ha ribadito ancora una volta Intini, che ha definito il nostro patrimonio culturale "unica vera fonte di energia rinnovabile, che anziché esaurirsi, moltiplica nel tempo le sue potenzialità". Ma non sempre politica e Istituzioni lo hanno compreso. "L’Italia è come un imprenditore che finora ha sfruttato questa eccezionale risorsa solo per una piccola parte", ha osservato il vice ministro.
La Farnesina invece ha già da tempo avviato un "nuovo corso" e, al termine di questi tre giorni di riunione, sarà stato possibile non solo valutare l’efficacia degli sforzi sin qui messi in atto, ma anche definire un più chiaro "processo di revisione e rilancio" della politica culturale italiana nel mondo.
Negli ultimi due anni, dalle riunioni d’area preparatorie di questa IV riunione, è infatti emersa con chiarezza la domanda di un nuovo modello di promozione culturale, che, senza mai dimenticare la dimensione storica della nostra cultura, quella che Intini ha definito "il nostro di più", metta però l’accento sul contemporaneo: dall’arte al design, dall’architettura allo spettacolo. È quello che chiedono oggi a gran voce i "manager" della nostra promozione culturale all’estero.
Per dare adeguate risposte a tali istanze la Farnesina sa di dover abbandonare un "approccio artigianale" per adottarne uno "imprenditoriale", fatto di priorità e strategie ben definite e concrete, hanno assicurato Intini e La Francesca, entrambi consci di avere a disposizione limitati finanziamenti – 20milioni di euro l’anno per la promozione culturale in tutto il mondo non sono senza dubbio molti – ma anche una rete culturale, fatta di 90 Istituti e 63 Rappresentanze, che non ha eguali ed ha conquistato negli anni un forte radicamento nelle realtà dei Paesi in cui è presente.
Occorre dunque applicare ai nuovi progetti culturali il principio delle "economie di scala", ad esempio con la circuitazione di grandi eventi. Bisogna realizzare "il minor numero di iniziative possibili in un unico Paese, favorendo piuttosto pochi grandi eventi che coprano più sedi", ha spiegato il direttore generale La Francesca, ricordando che tale modalità d’intervento è in atto già da tempo con la circuitazione della Collezione d’Arte Contemporanea della Farnesina che, presentata negli anni scorsi in Asia, sta ora concludendo il proprio tour nei Paesi dell’est Europa e approderà nel 2008 in Sud America.
Il nuovo piano di revisione e rilancio della promozione culturale non potrà non sfruttare le risorse offerte alle tecnologie innovative. Ecco perché si deve puntare a mostre "leggere", che possano essere distribuite in tutto il mondo su un semplice supporto tecnologico, ad esempio un cd, per poi essere stampate localmente. Si realizzeranno così iniziative "forse di minor profilo", ha sottolineato La Francesca, ma con un evidente risparmio ed il non secondario pregio della "simultaneità". Anche in questo caso la Direzione Generale non ha perso tempo e già in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo ha portato, con questa metodologia, la mostra "Il mare di Salgari" in oltre 30 Istituti Italiani di Cultura.
Si pensa infine a sviluppare "pacchetti d’area" in grado di portare la lingua e la cultura italiana anche in aree in cui non sono finora presenti IIC. Seguendo questo principio è stata organizzata la mostra "Italian style: dressing body and daylife", inaugurata lunedì scorso a Doha, in Qatar, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "La mostra", ha spiegato il direttore La Francesca, "fa parte di un pacchetto di due iniziative che, con costi bassissimi, si irradieranno nella zona del Golfo, laddove non abbiamo Istituti Italiani di Cultura, ma dove la cultura italiana non può non essere presente".
La Farnesina punta anche agli accordi di cooperazione. "Stiamo lavorando ad una serie di intese operative", specie con Rai International, ma anche con la Dante Alighieri, con la quale si prevede la realizzazione di un cd per imparare la lingua italiana da distribuire nelle edicole, e le Università italiane, ha spiegato il vice ministro Intini, che ha poi anunciato la firma ieri di un accordo di collaborazione per la promozione culturale all’estero tra il Ministero dei Beni Culturali, il "produttore di eventi", e il Ministero degli Affari Esteri, "il distributore di eventi".
Lo stesso Ministero per i Beni Culturali ha offerto una versione digitalizzata del Cenacolo di Leonardo da Vinci per l’Istituto Italiano di Culturale virtuale di Second Life. Un’altra scommessa vinta dalla Farnesina, prima Istituzione nel mondo ad investire sulla piattaforma digitale. "Un nostro piccolo primato", ha commentato La Francesca, che ad un "costo irrisorio" registra oggi ottimi risultati con "parecchie decine di migliaia di visitatori", numerose partnership – come quella con la Fondazione New York, che lì ha esposto la mostra "The most beautiful avatar" – e, perché no, anche un corso sperimentale di lingua e cultura italiana. È quello realizzato insieme all’Università per Stranieri di Siena, presente oggi in conferenza stampa proprio attraverso Second Life, in una una sorta di video-conferenza virtuale.
Nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, accanto al vice ministro Intini e al direttore generale La Francesca, erano presenti oggi, fisicamente però, anche 8 direttori in rappresentanza delle varie macroaree geografiche in cui si divide la rete degli Istituti Italiani di Cultura: Giuliana Dal Piaz di Buenos Aires, per l’America Latina; Gabriella Fortunato di Damasco, per l’Africa e il Medio Oriente; Dante Arnaldo Marianacci di Budapest, per parte dell’Europa dell’Est e della Russia; Maria Mazza di Amburgo, per l’Europa del centro-nord; Elio Traina di Barcellona, per il resto dell’Europa; Ezio Peraro di Sofia, per la penisola balcanica e la Turchia; Paolo Sabatini di Shanghai, per il sud-est asiatico, il Giappone e l’Oceania; e Francesca Valente di Los Angeles, per l’America del Nord.
Proprio la direttrice Valente è intervenuta, in qualità di portavoce di tutti i suoi colleghi, per illustrare caratteristiche, compiti e modalità di azione degli IIC. "Dirigere un Istituto Italiano di Cultura non è un mestiere, ma una vocazione", ha osservato, definendo quale sia il "delicato compito" della nostra "diplomazia culturale". Delicato perché non può essere ridotto unicamente ad un se pur "straordinario strumento di promozione culturale". Gli IIC devono interagire con le Istituzioni locali, coinvolgendo in un processo virtuoso l’intero Sistema Italia presente sul territorio. Ma soprattutto l’opera dei nostri Istituti all’estero è fondamentale per "l’inserimento dei connazionali in loco". Non si può infatti dimenticare che "il pubblico degli IIC consta di tre componenti": quella locale, quella italiana e quella degli oriundi, ossia gli italiani di seconda, terza e anche quarta generazione verso i quali, ha evidenziato la Valente, "svolgiamo una missione particolarmente importante" per "il recupero e la salvaguardia della loro identità storica".
Una visione della missione degli IIC che non poteva non trovare d’accordo l’on. italovenezuelana Mariza Bafile, che, presente alla conferenza stampa, ha anzi auspicato una "svolta" nell’azione della promozione culturale all’estero. "Gli Istituti Italiani di Cultura si facciano promotori in Italia della cultura italo-estera", che rappresenta un "mondo ricco e variegato". Gli IIC potrebbero essere un "luogo d’incontro delle culture che esprimiamo noi italiani all’estero", un luogo, ha concluso, in cui "questo patrimonio potrebbe essere valorizzato e fatto conoscere anche all’Italia".
Chissà che il suggerimento dell’on. Bafile non maturi in questi tre giorni di riunione alla Farnesina, dove i direttori degli IIC incontreranno e si confronteranno con alti esponenti del mondo politico – i presidenti della Commissione Esteri e Cultura della Camera, Umberto Ranieri e Pietro Folena, ma anche diversi rappresentanti del MiBAC – e della Farnesina – dopo il segretario generale Giampiero Massolo e gli stessi Intini e La Francesca, il vice ministro Franco Danieli - e con qualificati esponenti del mondo della cultura italiana, nel campo del cinema, della musica, del teatro, della danza, della promozione della lingua e dei media. (raffaella aronica\aise)

Nessun commento: